mercoledì 23 aprile 2008

la corsa, la pila e la stranizza

oggi ho corso per un'ora buona. sono scappato dal lavoro alle cinque, ne avevo bisogno, tanto il pil non ne risente. ho corso con un buon ritmo, c'era il sole, la riproduzione random del lettore mp3 ha fatto il suo lavoro: belle canzoni che cadenzano il passo - ben harper - casino royale - gotan project - chemical brothers. anche il lavoro mi ha dato una zampa: penso a come stiamo messi in ufficio e l'incazzatura sale, e con l'incazzatura sale anche il ritmo. sembro una pila che si carica. un altro anno in quell'ufficio e posso correre davvero la mezza maratona.
poi il lettore m'ha fatto il primo micro-scherzetto: una canzone dolce di jovanotti, messa lì quando comincio a essere stanco. perdo il passo. penso, ma non m'incazzo. non mi riesco a incazzare, è troppo morbido il pianoforte. però mi inclino. penso che quelle cose lì che sto ascoltando in cuffia sarebbe bello poterle dire a qualcuno, a qualcuno che sia "sostanza dei giorni miei". mi inclino ancora un pò. ormai sono quasi fermo. ascolto parole perfette nella loro semplicità: se è vero che questa canzone l'ha scritta per la sua bambina è ancora più bella, nessun essere di sesso femminile con le mestruazioni merita delle parole così. ma non l'ha scritta per la sua bambina, era una cazzata che mi hanno raccontato. l'ha scritta per una donna, da innamorato corrisposto. giusto così.
poi il lettore mi fa il secondo scherzetto: la solita, meravigliosa, canzone di battiato in siciliano. melodia e parole sospese, che non atterrano, stanno lì a fluttuare. ma io non fluttuo. ormai più che inclinato sono parallelo al terreno. sarà meglio che la tolgo dal lettore sta canzone o addio mezza maratona. che poi: "mezza" maratona... neppure la maratona mi viene tutta intera.

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