mercoledì 23 aprile 2008

sono nato alle 6 di pomeriggio o giù di lì

anche per questo motivo mi piace tanto questo passo:

"vorrei fermare il mondo all'imbrunire quando c'è il sole che accenna a scomparire e gli uomini tornan da lavorare. quella mezz'ora lì, con l'aria fresca, quando sul niger tornano le piroghe e lungo il tevere tacciono le auto e la mia nonna guarda dal balcone, come ogni sera in questa stagione". jova, il grande boh

detto questo, io sono convinto che nel dipingere il tramonto l'autore qui sopra si sia dimenticato anche il valore delle olive, delle patatine e della birretta. in fondo quell'ora lì è quasi quella dell'aperitivo. pensa come sarebbe romantica la nonna sul balcone con in mano una becks e come si sentirebbero meno stanchi gli uomini sulle piroghe se potessero sputare noccioli di olive nel niger.
comunque il tramonto è proprio bello. ieri ne ho vissuto uno splendido: camminando da san fruttuoso a camogli, nel parco di portofino. mentre facevo su e giù - è un percorso molto mosso, a strapiombo sul mare -, e fino a quando le gambe hanno permesso che arrivasse ossigeno al cervello, riflettevo proprio su sta cosa: io sono convinto che tutti abbiamo un'ora o una fase della giornata che ci piace di più. che sentiamo più nostra, più vicina. è l'ora in cui si ha voglia di fare. secondo me quell'ora è grossomodo la stessa in cui siamo nati.
poi, sempre camminando, ho concluso che, siccome c'ho i miei tempi, quel primo tramonto il giorno in cui sono nato non devo essermelo goduto poi troppo. avrò cominciato a prendere le misure che ormai era ora d'andare a dormire.

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