venerdì 24 ottobre 2008

l'Asciugamano

in ufficio. pausa pipì, mi lavo le mani e poi mi trovo di fronte l'Asciugamano. faccio un'eccezione: metto da parte le mie profonde convinzioni sull'uguaglianza assoluta di tutte le lettere davanti al punto, e non solo, e lo scrivo con la lettera maiuscola: l'Asciugamano. e sì, se lo merita: lui è lì da tempo immemore. il suo colore originario si perde nella notte dei tempi, così come la sua capacità di asciugare. ormai è scientificamente umido, paludoso, tentacolare. è un polipo, una sintesi tra il muschio e la stoffa, una nuova forma di vita molto democratica che continua ad accogliere mani di uomini diversi ma uniti dalla stessa azienda e da un solo grande tentativo di record: non contrarre la malaria nonostante l'Asciugamano.
a gennaio verrà una delegazione del guinness per le misurazioni ufficiali. e l'importante è che quelli delle pulizie, mannaggia a loro, non s'accorgano del Grande Umido rovinando un primato ormai certo. per nostra fortuna, si è mossa anche la chiesa: ratzinger ha fatto sapere che l'Asciugamano non va lavato né sterilizzato perché in quel modo verrebbero uccisi milioni di embrioni di batteri. e il battere è vita.

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