mercoledì 5 novembre 2008

l'ottimista malinconico

“c’è un nuovo gatto sulla scrivania di athos faccincani. avrà un mese. è arrivato qui da pochi giorni, salvato per il rotto della cuffia: «era denutrito, mezzo morto. ora sta bene», ci racconta il maestro. fuori in giardino suo figlio sta preparando il cavallo per il concorso ippico. «gli ha passato la passione per l’equitazione?», chiediamo. risponde: «altrochè, lui è cavaliere per professione».
siamo a monzambano, nel mantovano. in questa specie di eden sulle colline moreniche del garda gironzolano con la coda in su anche dodici cani trovatelli, chiacchierano un paio di pappagalli e sbadiglia una truppa di gatti. qui vien facile sedersi e ascoltare quello che su vita, arte e sentimenti ha da raccontare uno dei pittori italiani più amati. che te lo racconta con quella sua miscela unica di malinconia che, quando meno te l’aspetti, diventa gioia di vivere. e viceversa”. (...)

ho scritto questa cosa per lavoro. questa cosa poi prosegue con un po’ di domande e un po’ di risposte. quando ho finito di scrivere, ho pensato che il titolo giusto era “vi racconto la pittura di un ottimista malinconico”. era una proposta, che non è passata. il titolo è stato cambiato. letta la nuova versione del titolo, una collega mi ha detto che le dispiaceva: preferiva la mia. grazie, collega. e poi ha aggiunto: “forse l’ottimista malinconico eri tu”. ecco, mi sono fatto sgamare, come si diceva quando portavamo i pantaloni risvoltati fino a metà polpaccio su terrificanti calze scozzesi.

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