mercoledì 30 aprile 2008

addio ponti...

domani è giovedì primo maggio ma venerdì 2 lavoro, e ho sentito un sacco di altra gente che non fa il ponte. eh, c'è la crisi... non ci sono più le mezze stagioni.... venezia è bella ma non ci abiterei perché è umida... i politici son tutti ladri... e una volta qui era tutta campagna.
comunque il manzoni aveva anticipato tutto nei promessi sposi, quando lucia sale sulla barchetta: "addio ponti, sorgenti dall'acqua ed elevati al cielo"

martedì 29 aprile 2008

maleducazione tecnologica

è la sera del 24 dicembre 2007 e (bi-biip) comincia la sequenza degli sms festival-natalizi. messaggini generici che vaneggiano di “serene feste” e “gioiose notti sante”. altri, più sobriamente, portano “sinceri auguri”. qualcuno è più eccentrico, e via allora con “frizzanti” anni nuovi “ma senza esagerare con i panettoni” o con abbracci collettivi modello riunione-genitori-single-abbandonati. qualcun altro si è anche premurato di ricordarmi che la fame nel mondo esiste ancora, quindi dovrei donare un euro a tim o a vodafone. non sapevo che nel darfur fossero disposti a mangiare anche ricariche telefoniche. propongo uno scambio: noi ci pigliamo la popolazione del darfur e in africa si pigliano la tim-tribù. a proposito: il primo bi-biip era proprio generato da tim vogliosa di comunicarmi che il mio credito sta per esaurirsi. una buona scusa in più per non donare l’euro.
naturalmente alla maggior parte degli auguri mandati come “lista della spesa” non rispondo. purtroppo nel bailamme comunicativo del santo natale diversi auguranti dimenticheranno la mia mancata risposta e il prossimo anno torneranno alla carica (con l’autoricarica). sinceramente trovo questo superfluo martellamento di messaggini “leviamoci il pensiero degli auguri” una forma di maleducazione tecnologica. non sopporto di stare in nessuna lista. se qualcuno ci tiene a comunicarmi qualcosa, ad augurarmi del bene, a sentirmi per natale lo faccia in modo un po’ più personale. grazie. forse il punto è che c’è poco da comunicare in generale: la maggior parte dei messaggi format impacchettati per ampie platee arriva da gente che sbuca fuori solo in queste, o poche altre, occasioni. fa tornare alla mente la battuta di corrado guzzanti: “dice che con internet puoi stare in collegamento con tutto il mondo, in qualsiasi momento, anche con gli aboriggeni dell’amazzonia. però, abboriggeno, io e te che cazzo se dovemo dì?”. è proprio così. e l’aborigeno sono io.
meno male che su italia 1 come tutti gli anni c’è david copperfield. credo che il mago abbia delle aderenze nelle alte sfere vaticane, altrimenti come spiegare la sua onnipresenza natalizia? spero almeno che, da buon mago, faccia sparire il coro dei bambini che su rai 2 canta “we are the world” con gigi d’alessio al pianoforte.

amore all'estero (la mia canzone preferita, almeno per oggi)

"reduce da un party missilistico preda delle arpie psicosomatiche sfuggito per miracolo a un blitz dei tabaccai alfredo un martini dry beghe nucleari permettendolo barbi prima o poi mi disintossico sarò più frequentabile, sfuggirmi non dovrai alfredo un martini dry cominciò quella mattina nausea e adrenalina dietro la finestra di un hotel Io con i mostri nell’armadio e un killer nella radio che mi tramortiva con la dance frenesia di rivederti subito you and me un ristorante arabo e un tango prima di andare via frenesia, mi sfogherò con la tua segreteria io e te braccati dall’effimero noi due traditi dal cronometro mi scusi che ora sarà a new york chiami la sip… why not?
moda arredamento e scandalistica flash sulle cariatidi del cinema e in foto tutta pagina crudelia che ci fai afredo un martini dry... a poco a poco è già mattina shock da adrenalina smog e vitamina c con l’umorismo degli inglesi e l’estro dei francesi sono ancora vivo e sai perché? frenesia di rivederti subito nostalgia di un ristorante anonimo e un tango prima di andare via frenesia, mi arrangerò con la tua segreteria frenesia di rivederti subito, e già ma tu vai sempre all’estero e adesso che ora sarà a new york chiami la sip … why not?"
(sergio caputo, 1984)

gli indici dell'amico

due aprile, clima pre-elettorale. nella mailing list degli amici il dibattito è bello caldo. alla quarantesima e-mail che scarico in mezza giornata di considerazioni politiche, emme (dal belgio) scrive: "qui mi sembra che ci sia un cazzeggio generale. chi lavora alzi la mano". gli risponde a tempo di adsl pi (dall'olanda): "non posso, ho entrambe le mani, o meglio gli indici, impegnate a scrivere cazzate". vi voglio bene.

puramente casuale

prima o poi capita a tutti di farsi i fatti degli altri: "io nei suoi panni non avrei fatto così", "se fossi stato al tuo posto avrei detto cosà". tutti che si professano riservati e poi sono golosamente attratti dal buco della serratura. come diceva la canzone: "quelli che la notte non si può girare più e che poi vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv" (http://www.youtube.com/watch?v=58fqgMzGfvQ). ma da qualche tempo già guardare la tv è un pò come andare a mignotte, basta mettersi davanti a una puntata del grande fratello. vabè, c'è una sceneggiatura, è tutto finto, lo so, come il resto della fetta più grande della torta televisiva: è di gomma. finto per finto, a questo punto io mi guardo i telefilm che sono dichiaratamente finti: mi piaceva il dottor house, ora mi piace un pò meno, mannaggia. mi piace criminal minds. mi piace scrubs. forse mi piacciono proprio perché "ogni riferimento a cose e persone reali è puramente casuale".
provo a impegnarmi per farmi meno i fatti degli altri. non è facile, l'apatia in certi casi mi aiuta, è vero, ma in determinate situazioni sono morbosamente curioso, e il "non interesse" verso certe persone è una fatica che mi impongo minuto dopo minuto.
quando mi sorprendo a farmi i cazzi degli altri, comunque, mi dò sempre una bellissima giustificazione: platone parlava di morale e inchiappettava ragazzini greci. ma platone diceva: io parlo della morale, non della mia morale. è come fare un bidè alla coscienza.

cosa vorrei per il mio compleanno

un plaid da mettere sulle ginocchia, la borsa dell'acqua calda e una nuova dentiera.

lunedì 28 aprile 2008

saldi

7 gennaio 2007, strani movimenti tellurici sul lavoro. Anch'io mi sento in saldo: magari mi trovi in quache magazzino, appeso nel reparto cappotti.

ho ritrovato la credenza (era all'ikea)

fratelli,
come molti di voi già sanno, in passato "avevo perso la credenza" (prendo in prestito un virgolettato di sorella mm). ho vissuto anni bui da miscredente. ma finalmente il 2006 mi ha riportato la luce. non vi racconto i retroscena della conversione ma sappiate che fratello abbenzebau ha avuto un ruolo importante in tutto questo, perché ha saputo parlarmi con efficacia dei valori della vita in comunità e della penitenzia durante i lunghi pomeriggi di lettura e meditazione trascorsi, con lui e fratello professore, nella cella sopra il bar centrale. soprattutto, mi ha insegnato che negli oratori e nelle comunità si nascondono giovani donne disponibili e dai costumi spesso opinabili.
nell'attesa di avervi come compagni di ventura nell'ascesa al golgota, che ho già fissato per i primi di marzo, e di preghiera nella santa quaresima che intendo trascorrere a gerusalemme, vi invito dunque a meditare "virtualmente" con me davanti al santo sepolcro di petralcina, dove riposa padre pio (
http://www.teleradiopadrepio.it/). so che fratello casetta, ora ribattezzato giuda taddeo, è da sempre devoto al santo pugliese, e credo che, alla vigilia di un passo importante come la convivenza, apprezzerà particolarmente questo link. lo invito però a non indugiare eccessivamente nel peccato e a regolarizzare al più presto la sua posizione con l'amata (se t'interessa, fratello taddeo, tengo dei corsi prematrimoniali all'agorà di corbetta).
inoltre, mandando questa e-mail a dieci nuovi indirizzi, partecipate con me alla raccolta di firme "karol il grande - santo subito".
In attesa d'incontravi alla messa domenicale, vi porto i saluti di don wm, che molti di voi ricorderanno in età giovanile all'oratorio di san pietro. ho avuto il piacere di ritrovarlo e riscoprirlo durante una piacevole serata al night.
shalom a tutti.
umilmente vostro,

fratello mosè (a taizéé mi chiamano così)

bussola

l'appuntamento è per sabato a pranzo. i miei ex colleghi scendono nella bassa per visitare il mio monolocale, bunker, loc (il mono che vorrebbe sentirsi loft ma non ce la fa), nuovo di pacca.
una collega, vi, si trova alla metro di bisceglie e spera in un passaggio. schermaglie organizzative. quando interviene via e-mail un collega, bi, che scrive: "io parto domani con la 500 sperando di indovinare la strada per il tuo paesello. non ho idea se passo da Bisceglie. qualcuno lo sa? nel caso do un passaggio volentieri io a vi".
lui sì che è leggenda, altro che will smith. gli dedicheranno il prossimo modello di navigatore satellitare.

domenica di pioggia

in realtà con esse non c'ho mai trascorso una domenica intera, eppure la domenica mi manca di più. ogni tanto, la malinconia lascia aperti dei varchi dove passa un pò di buon umore. ma quando il varco si richiude lo scazzo torna a farsi santificare: ricordati di santificare le feste e lo scazzo durante le feste.
a metà pomeriggio un breve punto della situazione via sms con elle, l'amica-confessore. mi domanda: "come va il tuo malumore domenicale?". rispondo: "più che malumore mi pare lo scazzo che diventa filosofia di vita. tu?". contro-risposta: "il mio umore femminile è regolato dagli ormoni. questa settimana andrà bene fino al prossimo ricambio ormonale. tutto il resto intorno non cambia".
di fronte a tanto ormone mi arrendo. mi pare brutto rilanciare con le mie teorie scientifiche (non suffragate dal tg5 meteo) sul fatto che, tecnicamente, potrebbe anche piovere per sempre.

big ben

"life is too short to sit and wonder
who's gonna make the next move
and will it slowly pull you under
when you've always got something to prove
i don't want to wait a lifetime
yours or mine yours or mine
can't you see me reaching for the lifeline your lifeline (...)"

mi dicono che "lifeline" significa qualcosa tipo "ancora di salvataggio".e la mia lifeline è proprio la chitarra di ben harper. meglio, molto meglio, che niente.

http://www.youtube.com/watch?v=qJcYyZKO3_c (lifeline a sanremo)
http://www.youtube.com/watch?v=ryLqfNwSSFE (burn one down)
http://www.youtube.com/watch?v=-gpGv0gG9fk (diamonds on the inside - il video più bello)http://www.youtube.com/watch?v=golCPnUiKv4 (fight outta you)
http://www.youtube.com/watch?v=c9WB3KTX0rQ (with my own two hands)
http://www.youtube.com/watch?v=o1rFKa-_GmA (amen omen)
http://www.youtube.com/watch?v=O--1kilzvxY (ground on down)
http://www.youtube.com/watch?v=tDhJptJnrO4 (waiting for you - la più bella)


lamento

ti alzi. o meglio: sei riuscito ad alzarti anche se è lunedì. arrivi in stazione sudato e il treno è in ritardo. l'unica telefonata non di lavoro che ricevi in tutta la giornata è di uno che ti sfotte perché ti ha battuto al fantacalcio: ma come, non avevi fatto tre gol? sì, ma hai giocato in otto - vuol dire che almeno altrettanti giocatori si sono suicidati durante il riscaldamento pre-partita?
poi ti arriva un'altra telefonata: lo sai che devi fare la dichiarazione dei redditi e la tua società non ha ancora prodotto il cud?
vuol dire che il commercialista si è suicidato durante il riscaldamento pre-cud? resta solo un passo da fare: collegarti a google, digitare "sfiga" e cliccare su "mi sento fortunato". ma facciamoci le corna.

giovedì 24 aprile 2008

in garage

torno a casa dopo una pizza "in trasferta" con la ex fidanzata. dopo quaranta minuti parcheggio l'auto nel box e mi ritiro. complice un sonno bestia, mi dimentico di mandare l'sms che, carinamente, era stato richiesto: "mandami un messaggio quando arrivi". mi conosce bene, sa che dormo in piedi, figurati seduto con un volante in mano all'una di notte...
la mattina dopo resuscito e mi ricordo del messaggino. lo mando: "tutto bene, blablabla, dimenticato, buona giornata, blabla". mi risponde: "temevo ti fossi addormentato in garage". forse dovevo sposarla.

i senza famiglia

nella compagnia ci sono anche i "senza famiglia". guardano con occhio strano i pancioni sempre più frequenti delle amiche, delle mogli e delle compagne degli amici. partecipano alle giuoie altrui con sempre minor trasporto. sorridono con la faccia dell'androide di star trek quando l'amica di cento serate sbadiglianti davanti al dvd annuncia: "esco con uno, questo mi piace davvero". si leccano a vicenda le ferite delle storie andate male. e se le storie sono andate male è sempre colpa di quella là o di quello lì perché, santodio, "non ti devi colpevolizzare!". anche se svanverano da vent'anni contro l'anello al dito, quasi-quasi invidiacchiano gli amici che, dopo vent'anni di fidanzamento, hanno scelto di sposarsi. e diffidano altri dal lasciare il tetto coniugale, magari alla caccia di avventure con impiegate del call center o parrucchiere dell'est europeo: stà a cà tua, che fuori è un brutto mondo. vorrai mica unirti ai "senza famiglia"?
tra di loro, i "senza famiglia" si mandano anche sms ironico-deprimenti. l'altra sera me ne arriva uno così da un'amica: "stasera non ho niente in programma, se anche tu sei solo e sconsolato fatti sentire che possiamo uscire per una birra". ecco. prima o poi tutta questa maxi dose di libertà e sarcasmo riusciremo a incanalarla nel verso giusto. ammesso che qualcuno di noi si ricordi qual è il verso giusto.

micro opportunità

mi scrive un'amica di roma di ritorno dopo quattro anni in cina. inciso: mentre questa è stata dall'altra parte del mondo io ho fatto giusto il giro della scrivania, ma la poltrona è sempre la stessa, nello stesso posto, salvo qualche scatto di carriera (o di anzianità, come gli scatti che faccio quando gioco a calcetto).
la sua mail dice: "se ti consiglio di trasferirti a roma? assolutamente sì. senz'altro milano è più dinamica nonché stimolante, sotto vari punti di vista. roma è più lenta, riflessiva, quasi immobile. ma basta scoprire che dietro al fascino dell'immobilità apparente si nasconde un grande cuore pulsante".
e con la storia del "fascino dell'immobilità" mi ha quasi convinto. se mi capita l'occasione stavolta non mi limito a guardarle la targa mentre passa. io, grandi sfide legate all'expo 2015 a parte (staremo a vedere), ho spesso l'impressione che milano sia a volte dinamica e stimolante solo di facciata e che, sotto sotto, gratta gratta, anche qui ci sia tanta immobilità e nemmeno tanto affascinante.
sinceramente la "milano delle opportunità" c'ha scassato le palle: ai giovani se ne presentano tante, è vero, ma sono spessissimo delle micro-opportunità. e io che sto nel limbo tra i trenta e i quaranta me la devo comunque rigiocare volta per volta. poi, quando vado al supermercato, penso che mi dovrei giocare un terno al lotto, volta per volta. mi tornano sempre in mente le memorabili parole dell'ex sindaco albertini: "se milano è più cara delle altre città è perché è più attrattiva". già, attrae dei coglioni come me che non hanno il coraggio di andarsene.

mercoledì 23 aprile 2008

la corsa, la pila e la stranizza

oggi ho corso per un'ora buona. sono scappato dal lavoro alle cinque, ne avevo bisogno, tanto il pil non ne risente. ho corso con un buon ritmo, c'era il sole, la riproduzione random del lettore mp3 ha fatto il suo lavoro: belle canzoni che cadenzano il passo - ben harper - casino royale - gotan project - chemical brothers. anche il lavoro mi ha dato una zampa: penso a come stiamo messi in ufficio e l'incazzatura sale, e con l'incazzatura sale anche il ritmo. sembro una pila che si carica. un altro anno in quell'ufficio e posso correre davvero la mezza maratona.
poi il lettore m'ha fatto il primo micro-scherzetto: una canzone dolce di jovanotti, messa lì quando comincio a essere stanco. perdo il passo. penso, ma non m'incazzo. non mi riesco a incazzare, è troppo morbido il pianoforte. però mi inclino. penso che quelle cose lì che sto ascoltando in cuffia sarebbe bello poterle dire a qualcuno, a qualcuno che sia "sostanza dei giorni miei". mi inclino ancora un pò. ormai sono quasi fermo. ascolto parole perfette nella loro semplicità: se è vero che questa canzone l'ha scritta per la sua bambina è ancora più bella, nessun essere di sesso femminile con le mestruazioni merita delle parole così. ma non l'ha scritta per la sua bambina, era una cazzata che mi hanno raccontato. l'ha scritta per una donna, da innamorato corrisposto. giusto così.
poi il lettore mi fa il secondo scherzetto: la solita, meravigliosa, canzone di battiato in siciliano. melodia e parole sospese, che non atterrano, stanno lì a fluttuare. ma io non fluttuo. ormai più che inclinato sono parallelo al terreno. sarà meglio che la tolgo dal lettore sta canzone o addio mezza maratona. che poi: "mezza" maratona... neppure la maratona mi viene tutta intera.

concime

sono nato sotto il segno del toro. un segno di terra. lunedì 14 aprile è stato deciso che ci aspettano cinque anni di merda. speriamo almeno che il concime faccia bene alla mia terra zodiacale.

sono nato alle 6 di pomeriggio o giù di lì

anche per questo motivo mi piace tanto questo passo:

"vorrei fermare il mondo all'imbrunire quando c'è il sole che accenna a scomparire e gli uomini tornan da lavorare. quella mezz'ora lì, con l'aria fresca, quando sul niger tornano le piroghe e lungo il tevere tacciono le auto e la mia nonna guarda dal balcone, come ogni sera in questa stagione". jova, il grande boh

detto questo, io sono convinto che nel dipingere il tramonto l'autore qui sopra si sia dimenticato anche il valore delle olive, delle patatine e della birretta. in fondo quell'ora lì è quasi quella dell'aperitivo. pensa come sarebbe romantica la nonna sul balcone con in mano una becks e come si sentirebbero meno stanchi gli uomini sulle piroghe se potessero sputare noccioli di olive nel niger.
comunque il tramonto è proprio bello. ieri ne ho vissuto uno splendido: camminando da san fruttuoso a camogli, nel parco di portofino. mentre facevo su e giù - è un percorso molto mosso, a strapiombo sul mare -, e fino a quando le gambe hanno permesso che arrivasse ossigeno al cervello, riflettevo proprio su sta cosa: io sono convinto che tutti abbiamo un'ora o una fase della giornata che ci piace di più. che sentiamo più nostra, più vicina. è l'ora in cui si ha voglia di fare. secondo me quell'ora è grossomodo la stessa in cui siamo nati.
poi, sempre camminando, ho concluso che, siccome c'ho i miei tempi, quel primo tramonto il giorno in cui sono nato non devo essermelo goduto poi troppo. avrò cominciato a prendere le misure che ormai era ora d'andare a dormire.

riservato o pronto per la riserva

ho sempre detto di essere un riservato. certe volte sono talmente timido che parlo del nulla per non subire i silenzi tra un nulla e l'altro. solitario anche. vado in montagna da solo perché mi piace l'assenza di comunicazione eppure in ogni fuga c'è sempre la speranza che qualcuno mi insegua, perché la felicità va condivisa. altrimenti da riservato finisci nella riserva.
"non ho mai abbracciato i miei pur volendogli bene e continuo a scappare quando si tratta di dare un addio o accogliere un nuovo arrivato", come ha scritto lorenzo.
comunque, riservato un cazzo... alla fine sono qui che scrivo idee e fatti miei su internet.
"now i walk in to the wild" - http://www.youtube.com/watch?v=SVQEsKDcl2A&feature=related.

a, a, a-ggiornatissimo! perché mi piace il tango… tre anni dopo

perché è una musica calda e pazzesca. perché è una musica che mi rilassa e mi fa sudare. perché mi piace da poco e le cose che ti piacciono da poco pulsano di più. perché è elegante ma bolle. perché mi confonde. perché “vuelvo al sur” come “se vuelve siempre ad amor”. perché è la fisarmonica di astor piazzolla. perché è in bianco e nero e a colori. perché è argentina e il capitano dell’inter è argentino. perché non so ballare. perché woody allen dice che il ballo è “una frustrazione verticale di un desiderio orizzontale”. perché mi ricorda un locale in piazzale bacone vicino a spontini.
perché tango è anche il nome di un pallone che ho rincorso dai 5 ai 12 anni, almeno...

…tre anni, e passa, dopo. ottobre 2011
e va bene. la roba che ho scritto qua sopra non è certo una presentazione o un benvenuto. nemmeno mi ricordo se voleva esserlo.
tre anni dopo lo posso confessare: questo blog era nato con tutt’altro scopo. e cioè, quello di farci una piccola “cazzipedia” delle cose che mi piacevano e non mi piacevano (chissà se mi piacciono e mi dispiacciono ancora tutte). e l’avevo chiamato “tango”.
poi qualche giorno fa, commentando un bel post della mia amica maffie, mi sono accorto di come la sostanza sia cambiata da tempo. e insieme alla sostanza anche nome e indirizzo del blog.
oggi “scappatodicasa” sono io: un casalingo neoquarantenne impegnato in una difficile relazione con il suo monoloc, il monolocale che vorrebbe fare il loft e non gliela fa. sono io ma non solo. i “cazzeggi digitali” riflettono un minuscolo cassetto di idee e storie capitate a me, certo, ma anche annusate anonimamente in giro. e raccontarle mi rilassa un sacco.
bentrovata, bentrovato.

disperatamente,
metiu scappatodicasa
scappatodicasa@gmail.com