mercoledì 28 novembre 2012

fornelli disperati – miwa, lanciami gli ingredienti!


il problema è che non so fare la spesa.
se decidessi di cucinare una pasta con i gamberetti e le zucchine, per dire, finirei per andare al supermercato, distrarmi perché c’incontro il solito amico con prole (che è sempre, sempre, sempre lì tanto che ha dato disponibilità come attaccapanni all’ingresso) e poi comprare solo le patatine e la coca cola. come minimo dovrei prendere anche la pasta, i gamberetti e le zucchine: o no?
se poi, sempre per dire, quel piatto lo volessi accompagnare con un vino bianco, andrei a cercarlo al reparto cosmesi biologica perché il sensore mi si aggancia regolarmente al sedere di una bionda col pallino naturalista. 
così, quando torno a casa mi ritrovo ogni volta nudo davanti ai fornelli (è una metafora). con le pentole ma senza gli ingredienti. un po’ come la testa bionica di jeeg robot d’acciaio privata dei suoi componenti. 
a questo punto se trovo una miwa che mi fa la spesa la sposo (l’ho scritto solo perché “spesa e sposo” fanno una felice allitterazione. ovvio. che far allitterare “spesa e trombo” mi risulta più difficile, avendo studiato le figure retoriche al cepu).

piesse – guarda qua: www.youtube.com/watch?v=dzufsq9ncdq
come lanciava gli ingredienti lei non li lancia più nessuno. altro che maledetta parodi.

arripiesse – l’immagine di miwa in versione manga è osè, oltre che coperta da copirait.
lo so.
l’ho pubblicata frettolosamente perché temevo me la soffiasse razzinker per il suo nuovo tuitter.  

giovedì 15 novembre 2012

tre cinesi (senza il contrabbasso)


tredici e trenta di giovedì. cammino nei paraggi del mio ufficio alla ricerca di un panino. un semplice panino con la coppa e i carciofini: lo si può avere in questo marasma di locali fescion per irine e katiuscie di un metro e ottantacinque senza i tacchi, designer di chiappe e aspiratori nasali coi calzoni aderenti arrotolati al polpaccio?
è molto difficile.
disincantato dai menu trendy, tiro dritto verso il supermercato, quello col panettiere gentile che mi affetta il panino da imbottire poi a capocchia mia. sono dieci minuti di passeggio ad altezza smog ma ne vale la pena.
da lontano, all’angolo del negozio intravedo un cantiere dell’azienda del gas. è la classica buca recintata, con gli operai che ci lavorano e il contorno di tre pensionati nostrani impegnati in analisi volumetrico-ingegneristiche, le mani incrociate dietro la schiena.
mi avvicino e metto a fuoco meglio: altro che anziani nostrani, sono tre cinesi di trent’anni. la postura e la funzione sono esattamente quelle del made in italy datato: sguardo indagatore nella buca, pareri in libertà, tempo da far passare. uno dei tre – zhao hu detto il vecio – indossa un cappello verde rafano che da lontano l’ho scambiato per un alpino del piave.
dopo il pomodoro “pechino” si son copiati pure i nonni, con cinquant’anni d’anticipo. 
lontani i tempi del mio asilo, quando si limitavano a suonare il contrabbasso.
tra canasa can an cantrabbassa.

venerdì 2 novembre 2012

info giob


rimpicciolitori di nasi e di orecchie, venditori di matite, mangiatori di polpette, ubriacatori di templari, scalatori di sancarloni, best seller volanti, pompieri ad arona, spengitori di lampioni, tecnici audio con esperienza, incazzati professionisti, buddi: ecco tutte le offerte della settimana per cambiare lavoro.

cambiare lavoro, sì: sono certo che mi passerebbe anche la dermatite.
le uniche cose che continuano a crescere per tutta l’esistenza sono le orecchie e il naso, l’ho sentito ieri dal dottore. e la vita media si allunga: figurati che nasi e che orecchie ci aspettano.
così ho pensato che il mio lavoro del futuro potrebbe essere il rimpicciolitore di nasi e di orecchie per anziani.
oppure, con tutte le matite che mi son fregato all’ikea senza comprare nemmeno un cassetto, potrei fare il cartolaio svedese (in compenso investo gran parte dello stipendio in polpette d’alce e cannella).
meglio ancora, potrei scrivere un libro sulla sacra sindone trafugata dai templari ubriachi, puntare la classifica dei best seller, urinare sulle scarpe di dan brown e fare l’ospite fisso da giacobbo, slinguare con paola barale a “mistero” e – se sopravvivo al contatto con cotanto botulino – scalare la statua del sancarlone di arona come spiderman, ma ascoltando musica reggae, salutare le code per curiosi sottostanti prima di gettarmi dalla cima alla baumgartner mostrando il mio libro e gridando: “via che vomito!”.
poi, se mi avanzasse tempo su questa terra perché i pompieri di arona avranno fatto bene il loro lavoro (è giusta la consecutio?), potrei sorprenderti spegnendo un lampione semplicemente passandoci sotto – da sempre una mia specialità – e chiedere a giacobbo come mai da qualche settimana vedo rai uno con l’audio di rai due.
ma in fondo, in questo mondo di gente con le palle sempre girate, spacciatrice di negatività, il lavoro che voglio fare per davvero è il portatore sano di buon umore.
come il budda sul metrò (http://www.youtube.com/watch?v=udlnoif_hkk)